Enciclopedia M

Enciclopedia di Bricoportale. Termini che che iniziano con “M”

Sostanza colorante che, applicata sul legno grezzo ma perfettamente
levigato, mette in risalto la venatura e modifica la tonalità,
conferendo un aspetto piacevole e “nobile” anche ad un’essenza povera.
Il risultato finale dipende in buona misura dal saper stendere il
prodotto in maniera omogenea, evitando macchie di colore dovute ad
un’erogazione localizzata e troppo abbondante. La procedura corretta
prevede di agire nel senso della vena, tenendo a portata di mano due
pennelli: uno per distribuire il mordente ed uno, asciutto, per
ripassare la superficie in modo da ridistribuire eventuali eccedenze. Da
ricordare inoltre che ad ogni passata il legno assorbe una ulteriore
dose di pigmento, diventando via via più scuro. Il mordente si può
trovare già pronto all’uso o sotto forma di polvere da diluire, a
seconda delle versioni, in acqua o in alcool. I prodotti all’acqua
provocano un leggero rigonfiamento delle fibre superficiali e, quindi,
richiederebbero una leggera carteggiatura prima di passare alla finitura
trasparente: il problema si può superare inumidendo e carteggiando il
legno prima di stendere il mordente.

Strumento indispensabile per bloccare e afferrare pezzi di varia
dimensione, in modo da poterli lavorare. Le morse sono di diversi tipi.
La classica morsa da banco viene fissata al banco da lavoro tramite dei
bulloni e presenta due ganasce che si possono allargare o stringere per
mezzo di un vitone. Vi sono anche morse che possono essere montate con
un morsetto in modo da non risultare fisse su un banco da lavoro, ma
asportabili. Altre presentano una ventosa per poter essere applicate
anche in mezzo a un piano liscio. Per lavorare pezzi di legno, di una
certa lunghezza, è necessario utilizzare una morsa “piana” con ampie
ganasce e fissabile al piano di lavoro con morsetti o con viti.
Un altro tipo di morsa piana è quella che si applica sul supporto a colonna per trapano.

Strumento generalmente in metallo, costituito da una barra piegata a L
con un braccio molto lungo e uno corto.Sul braccio lungo può scorrere
un corsoio dotato di vitone. Il compito del morsetto è quello di
stringere e tenere in forte pressione i pezzi, sia per poter eseguire
lavorazioni particolari, sia per favorire l’incollaggio tra i pezzi
stessi. In commercio vi sono numerosi tipi di morsetti di foggia e
dimensioni diverse secondo gli scopi specifici.
I morsetti per falegname (detti anche sergenti o
cagne) possono essere lunghi da 15 cm a 1,5 metri ed oltre per poter
bloccare anche strutture di mobili durante le fasi di costruzione o di
riparazione.
I morsetti per carpenteria metallica sono in
genere più piccoli e hanno forma di C: non esiste il corsoio con vitone
ma il vitone è direttamente impegnato in un’apposita sede del corpo del
morsetto.
Esistono poi morsetti particolari costituiti da
una lunga barra alla cui estremità vi è un corsoio e, all’altra, un
vitone. In pratica si tratta di morse molto strette e allungate, la cui
funzione è quella di afferrare tavolati ed elementi compositi di larga
dimensione. Quando si applica un morsetto su una superficie di legno è
sempre necessario interporre un materiale tenero che non permetta al
morsetto di segnare la superficie del legno (un pezzo di compensato,
plastica, gomma dura).
• Morsetti per cornici: particolari tipi di
morsetti strutturati ad angolo, dotati di due pressori laterali. Usando
questo tipo di morsetto si possono collegare due aste per cornici,
tagliate a 45 gradi, e tenerle in posizione durante l’inchiodatura e
l’incollaggio. Con quattro morsetti per cornici è molto semplice
realizzare una cornice per quadri con l’assoluta certezza della
squadratura dell’insieme. Sempre per le cornici (o per telai ) sono
validi i morsetti con strettoio a nastro.
• Morsettiera: termine generico che indica
l’insieme di morsetti a vite o a innesto presenti su motori elettrici,
quadri comando, frutti elettrici e altre apparecchiature. Le morsettiere
sono, in genere, riparate da un coperchio o da un altro elemento di
protezione che non consente l’accesso diretto ai contatti. È necessario
tenere sempre pulite le morsettiere di ogni apparecchiatura in quanto
polvere, ragnatele e altri detriti possono causare cortocircuiti. Quando
si lavora su una morsettiera è sempre necessario scollegare la tensione
dall’apparecchiatura.

Termine comune che indica un diffuso antiruggine di colore rosso, un
tempo a base di ossido di piombo ed olio di lino, che spesso veniva
preparato direttamente dall’utilizzatore e, in alcune regioni d’Italia,
impiegato non solo per il ferro ma anche come fondo coprente e
protettivo per il legno.
Le versioni moderne vengono oggi formulate con
sostanze meno tossiche dell’ossido di piombo e resine sintetiche,
garantendo anche prestazioni più elevate: si tratta comunque di una
pittura di fondo che, per svolgere al meglio la sua funzione, deve
essere successivamente coperta con uno smalto di finitura. A volte col
termine “minio” vengono genericamente identificati i numerosi prodotti
antiruggine in commercio, da diluire con acqua ragia o con solvente alla
nitro.

Speciali eliche da montare sul mandrino del trapano e da azionare
immergendole in barattoli o in bidoncini di pittura in modo da ottenere
una perfetta miscelazione della pittura stessa. Con lo stesso termine
vengono spesso identificati elettroutensili per uso professionale, del
tutto simili ad un trapano ma con velocità di rotazione studiata per
questo specifico utilizzo.

Abrasivo compatto, composto da materiali molto duri impastati con
speciali leganti.Serve per smerigliare e molare metalli, asportando il
metallo stesso, mediante rotazione o strofinamento. Esistono mole di
diversa fattura e dimensione (oltre che di diversa granatura) per
impieghi vari. Nella comune pratica si usa una mola rotativa con disco
abrasivo del diametro di 12,5-15 cm, azionato da un motorino elettrico
montato sul banco. La mola è riparata da una cuffia di protezione e da
uno schermo trasparente.
Sono anche molto utili le piccole molette dotate
di gambo metallico da montare sul trapano, che hanno diversa foggia (a
cilindro, coniche, a sfera, ecc.) in modo da realizzare sagomature e
molature diverse in strutture varie.
• Quando si utilizza una mola, sia da banco sia montata sul trapano, è sempre necessario indossare occhiali di protezione.

Rivestimento per superfici calpestabili. In generale è costituita da un
supporto che può essere di diverso genere (lattice di gomma, juta,
materiale sintetico morbido, ecc.) nel quale vengono inseriti diversi
tipi di filati, sia sintetici sia naturali, creando una specie di
sottile e resistente tappeto di grandi dimensioni che va da parete a
parete senza giunzioni visibili.
Le moquette sono di generi e di composizioni
estremamente diversi (agugliato, bouclé, velour, ecc.) e anche i sistemi
di posa sono diversi.
• Agugliato: in fibre naturali o artificiali
“agugliate” a macchina su un supporto resistente. La superficie può
essere lavorata o liscia. Si usa per zone di frequente passaggio
(ingressi, corridoi) in relazione alla grande resistenza all’usura che
essa offre. È poco elastica e poco soffice.
• Bouclé: realizzata con un insieme di ciuffetti
ricurvi si presenta particolarmente soffice e delicata: ideale per
camere da letto.
• Velour: dotata di un sottofondo di lattice
morbido nel quale sono inseriti i ciuffi di pelo che può essere di tipo
sintetico o naturale. La manutenzione deve essere particolarmente
accurata in quanto, all’interno del pelo “aperto” del velour, si possono
annidare facilmente polveri ed altri detriti. La moquette è un
materiale di copertura delicato che esige una manutenzione costante e
attenta. È indispensabile avere a disposizione uno speciale
elettrodomestico denominato “battitappeto” che deve essere passato
praticamente ogni giorno sulla moquette.
• Moquette tesata: sistema di applicazione di
moquette in modo semifisso: consiste nell’applicare a pavimento, lungo
le pareti, un profilato dentellato che viene fissato con colla o con
tasselli a espansione. Sui dentelli di questo profilato viene premuta la
moquette che si aggancia fortemente e quindi essa viene “tesata”
tramite un apposito tenditore e agganciata ad altri profilati con denti
posti lungo la parete opposta. Questo sistema è attualmente caduto in
disuso e la moquette viene di solito incollata su tutta la superficie o
fissata con nastro biadesivo, applicato in corrispondenza delle giunte e
dei punti più sollecitati.

Strumento di misurazione in stecche di legno unite tramite giunti
snodabili. È molto diffuso il doppio metro costituito da 10 stecche
lunghe 20 cm l’una, sulle quali è riportata la centimetratura e a volte
la millimetratura.La precisione della misurazione è relativa, in quanto
il legno che costituisce il metro pieghevole è soggetto a una certa
dilatazione o contrazione a causa della temperatura e delle condizioni
di umidità dell’ambiente.Per questi motivi il metro pieghevole viene
utilizzato per misurazioni nelle quali non sia necessaria la precisione
al millimetro. Esistono anche metri pieghevoli in metallo con asticciole
della lunghezza di 10 cm.

Saldatura effettuata per mezzo di un filo metallico che fonde e unisce
le parti da saldare mentre una torcia apposita mantiene il bagno di
saldatura in un’atmosfera di gas inerte di protezione (MIG significa
“Metal Inert Gas”). Le apparecchiature per saldatura MIG, fino a non
molto tempo fa, erano esclusiva dotazione di officine specializzate. Da
alcuni anni vengono prodotte saldatrici a filo continuo anche per il
mercato non professionale. La saldatrice a filo continuo consente di
saldare lamiere molto sottili che sarebbe impossibile lavorare con una
saldatrice ad arco in quanto l’arco stesso ha una notevole potenza e
buca le lamiere più sottili.
Nella saldatura a filo continuo l’operatore
impugna una torcia attraverso la quale fuoriesce il filo di saldatura:
premendo il pulsante il filo avanza, tocca la lamiera e fa scoccare
l’arco di saldatura, fondendo.
L’atmosfera gassosa viene procurata da una bombola
collegata alla saldatrice che, tramite un condotto, fa pervenire il gas
alla torcia.
I gas sono diversi secondo i metalli da saldare.
Esistono, comunque, fili continui di saldatura per ferro e acciaio che
non abbisognano di alcuna atmosfera gassosa, per cui la saldatura può
avvenire normalmente anche senza l’impiego di bombole di gas inerte: il
filo, in questo caso, viene definito “animato” perché incorpora
“un’anima” di sostanza disossidante, che a sua volta crea un minimo di
scoria (del tutto assente saldando col gas inerte).