Enciclopedia R

Enciclopedia di Bricoportale. Termini che che iniziano con “R”

Accessorio che serve per rigenerare la filettatura di un bullone o di una barra filettata quando questa è danneggiata da colpi accidentali. La lima ravvivafiletti è costituita da una barra a sezione quadra sulle facce della quale sono riportate delle dentellature , spaziate in modo diverso, per adattarsi a quatro filetti diversi. Per rigenerare la filettatura si deve individuare la giusta faccia che combacia con la filettatura da rigenerare, si poggia la dentellatura sul filetto e si fa muovere la lima ravvivafiletti avantie  indietro in modo che i denti rigenerino le creste e le gole del filetto stesso.

Apparecchiatura di controllo applicata sul compressore, che attacca e stacca automaticamente il motore fino al raggiungimento di una pressione predeterminata. In tal modo il compressore rimane sempre pieno di aria, alla pressione richiesta e non c´è il rischio di raggiungere pressioni superiori che potrebbero essere pericolose sia per il serbatoio sia per i condotti dell´aria compressa.

Elemento, variamente strutturato, dell´impianto di riscaldamento, che cede calore all´interno dell´abitazione.Detto, impropriamente "termosifone", può essere a elementi affiancati e modulari , oppure a pannello doppio in lamiera d´acciaio. Il primo tipo è senz´altro il migliore in quanto dura moltissimo, ha un ottimo scambio di calore e può essere allungato o accorciato a piacere aggiungendo o togliendo elementi. Il radiatore è sospeso alla parete per mezzo di due zanche  murate nella parete ed è collegato a due tubi:quello di afflusso dell´acqua calda e quello di deflusso.All´entrata del primo c´è il volantino di chiusura chiusura o apertura, all´imbocco del secondo c´è la valvola d´intercettazione che si azione a vite. Chiudendo entrambi è possibile asportare il radiatore per riparazioni o per pitturazioni.In generale il radiatore non crea particolari problemi se non quei BAFFI che esso forma sulla parete e della polvere che si accumula tra gli elementi. I radiatori devono essere periodicamente pitturati, direttamente in loco, per mezzo di particolari pennelli angolati che raggiungono l´interno degli elementi, utilizzando pittura all´acqua che non produce nessun fastidioso odore in casa.

Insieme di ossidi di ferro che si producono mettendo a contatto il ferro
con l’aria. La ruggine è il segno evidente di un processo di
degradazione del ferro in quanto la superficie diventa prima di un
colore marroncino, quindi comincia a prodursi un lieve polverino e, man
mano che il processo avanza, si formano scaglie sempre più grosse fino
alla totale perforazione e distruzione del metallo. La ruggine va
evitata in qualsiasi manufatto di ferro: ciò si ottiene applicando degli
“antiruggine”. Quando una parte di ferro è stata già aggredita dalla
ruggine, si può intervenire efficacemente usando particolari composti
detti “convertitori”. In ogni caso la ruggine deve sempre essere (prima
di qualsiasi trattamento) asportata completamente per mezzo di spazzole
di ferro, tele e carte smeriglio. Il metallo, una volta ripulito, deve
anche essere lavato con benzina o solvente in modo da asportare
totalmente il polverino di ruggine che può esservi rimasto. Poi si può
passare all’applicazione di prodotti antiruggine.
• Convertitore: liquido speciale in grado di
“convertire” la ruggine in un composto protettivo contro ulteriori
ossidazioni. La ruggine deve essere spazzolata in modo da asportare le
scaglie più grosse ed il convertitore va applicato a pennello in uno
strato continuo, versando in un contenitore la quantità di prodotto che
si prevede di usare. L’eventuale rimanenza non va reimmessa nel
contenitore originale, perché le inevitabili tracce di ruggine
innescherebbero il processo di conversione e renderebbero inutilizzabile
tutto il liquido. Il convertitore si lascia asciugare da 24 a 48 ore
(leggere bene le istruzioni), poi si stende lo smalto di finitura.

Mezzo di applicazione di idropittura, costituito da un cilindro
rivestito di pelo morbido di varia lunghezza. Il cilindro è imperniato
su un asse collegato ad una impugnatura. La pittura col rullo è
estremamente vantaggiosa quando si tratta di pitturare ampie superfici,
in quanto permette di eseguire lavori in breve tempo. Il rullo si
utilizza intingendolo nella pittura e facendolo passare su una griglia
apposita per sgrondare l’eccesso di liquido. Poi si fa scorrere il rullo
(abbastanza lentamente) sulla parete. Eseguendo più passate incrociate
si ottiene una pitturazione uniforme e completa. La lunghezza del pelo
di un rullo può essere variabile a seconda delle specifiche esigenze: se
si deve pitturare una parete perfettamente liscia conviene utilizzare
un pelo corto che non assorba molta pittura e non crei schizzi o
gocciolature; se bisogna dipingere una parete con una superficie più
rustica è necessario utilizzare un rullo a pelo lungo che possa entrare
più facilmente nelle irregolarità della superficie.
In questo caso, poiché assorbe più pittura, va
spostato più lentamente evitando schizzi o gocciolature. Esistono anche i
rulli per “bucciatura”, costituiti da un cilindro spugnoso con celle di
varia dimensione, utilizzati per stendere la pittura di tipo plastico
(abbastanza denso): le cellette cedono la pittura, ma creano anche una
sorta di effetto ventosa che lascia sulla parete dei rilievi regolari
(la bucciatura, appunto).
• Esistono infine i rulli che non si caricano di
pittura intingendoli ma riempiendo un serbatoio ricavato al loro
interno. Passando il rullo sulla parete la pittura viene ceduta in
continuo.

Utensile manuale o elettrico che serve per tagliare lamiere con
rapidità, eseguendo anche tagli molto sagomati, senza deformare i bordi:
il principio di funzionamento è semplice, e si basa su una piccola
lama, spessa qualche mm, che si muove con precisione all’interno di due
ganasce fisse, asportando un truciolo che si arrotola davanti alla parte
attiva.
• La roditrice manuale ha un costo del tutto
abbordabile, taglia lamiere spesse fino a circa 1 mm ed è utilizzata, ad
esempio, dai lattonieri e da chi mette in opera il cartongesso, mentre
la versione elettrica è decisamente più costosa ed è riservata ad un uso
prettamente professionale.

• Piana: elemento meccanico a forma di corona circolare che aumenta la
superficie di appoggio del mezzo di fissaggio (vite, bullone o dado)
distribuendo lo sforzo in modo più uniforme. Le rondelle piane vengono
prodotte sia nell’esecuzione “tranciata” (più economica) sia in quella
“bisellata” (più precisa e con la circonferenza smussata). Il rapporto
tra il diametro del foro e quello esterno è, nelle versioni normali, di
1:2 (una rondella con foro da 6 mm misura 12 mm all’esterno), ma in
commercio si trovano comunemente rondelle più grandi. Nel linguaggio
comune si parla di rondelle “3 (o 4) volte il foro” e, per stare
all’esempio precedente, avremo un diametro da 18 o da 24 mm. Oltre a
proteggere la superficie di appoggio, la rondella piana contrasta in
qualche misura lo svitamento del dado o del bullone ma, in qualche caso,
viene usata come distanziale, per favorire il movimento reciproco di
due parti (vedi ad esempio le rondelle di ottone che si calzano sui
cardini delle porte).
• Spaccata: tipo di rondella costituito da una corona circolare molto
più ridotta ed interrotta in un punto: le due estremità dello spacco
sono sfalsate in posizione di riposo e ritornano sullo stesso piano
quando il serraggio è completato. Chiamate anche Grower, servono per
impedire l’allentamento delle giunzioni ma, in molti casi, lasciano il
posto ad altri sistemi (dadi autobloccanti, dadi con intaglio per il
passaggio di una copiglia, dadi da acciaccare, ecc.).
• Dentellata: ha la funzione della versione precedente ma, in questo
caso, la corona circolare presenta tante piccole spaccature lungo la
circonferenza esterna (o interna, o su entrambe) a formare tanti piccoli
settori: viene utilizzata, di solito, quando la vite è di piccolo
diametro ed il carico non è troppo elevato (elettrodomestici, computer,
ecc.)