Enciclopedia S

Enciclopedia di Bricoportale. Termini che che iniziano con “S”

Asta di legno duro o metallo, perfettamente regolare e diritta, di varia sezione e lunghezza. Serve per spianare superfici intonacate, poggiandola su fasce di riferimento e per pareggiare gettate di cemento o calcestruzzo. Viene anche utilizzata come riferimento per spigoli e cordoli e ogni altro elemento che deve risultare perfettamente diritto. La staggia non deve mai essere deformata o urtata per non inficiarne le qualità di misurazione e controllo. Viene detta anche "regolo".

Il sughero, ricavato dalla corteccia della quercia da sughero, viene
utilizzato non solo per realizzare tappi per bottiglie e damigiane ma
anche per formare fogli, pannelli e piastrelle da rivestimento sia
murale sia per pavimento.
Il sughero, infatti, presenta una notevole
elasticità, un’altissima resistenza all’umidità (non marcisce anche se
immerso lungamente in acqua) ed è quindi adatto a costituire
rivestimenti molto caldi ed esteticamente validi in bagni ed in altri
ambienti ad elevato tasso di umidità.
I fogli di sughero, che possono essere variamente
trattati con mordenti e con vernici, si applicano su pareti lisce e
continue per mezzo di colle a contatto (ma vi sono anche le versioni
autoadesive) e vengono quindi rifiniti lungo i bordi con bordini adesivi
o inchiodati. Esistono anche particolari piastrelle da pavimento in
sughero che si utilizzano preferibilmente in ambienti a basso
pedonamento quali camere da letto. Residui di sughero confezionati in
pannelli vengono anche usati in edilizia per coibentare pareti e
solette: il sughero, infatti, è un ottimo isolante.

• Stucco per muro e legno: è una pasta a base sintetica di colore bianco
che viene applicata con la spatola su fessure di muri o di legno e ha
la proprietà di riempirle facilmente e formare una superficie liscia e
piatta. Quando lo stucco è completamente asciugato (si possono applicare
diversi strati sottili) si passa la carta abrasiva e la superficie da
riparare viene lisciata alla perfezione in modo da essere pronta a
ricevere il prodotto di fondo o di finitura. Il legno trattato con
stucco non deve essere verniciato con vernici trasparenti perché lo
stucco rimane nettamente visibile (ma, volendo, si può mascherare la
riparazione aggiungendo allo stucco dei pigmenti in polvere). La
versione per legno e muro è disponibile anche in polvere, da miscelare
con acqua al momento dell’uso mentre, sul legno a vista, si possono
anche utilizzare paste formulate con resina sintetica e farina di legno,
disponibili in diverse tonalità miscelabili fra loro.
• Stucco per vetri: pasta di color nocciola per serramenti in legno e
verde per quelli in ferro, usata un tempo per mantenere in posizione i
vetri: questo sistema di sigillatura è ora caduto in disuso e la sua
funzione viene svolta da bordini fermavetro o da sigillante al silicone.

• Stucco per carrozzeria: pasta mono o bicomponente (a base di resina
poliestere) che serve per riparare danni alla carrozzeria dell’auto,
pareggiando la superficie. Si applica con apposite spatole d’acciaio in
sottilissimi strati successivi e si liscia con abrasivi via via più
fini.

Inclinazione verso destra e verso sinistra dei denti (“allicciatura”) di
una lama per sega a nastro, circolare o a lama semplice di segaccio,
che permette di incidere facilmente il legno senza rimanere bloccata
all’interno di esso. Durante l’uso e prolungate azioni di taglio la
stradatura viene a ridursi in quanto l’azione di compressione delle
fibre del legno riduce la divergenza dei denti stessi e quindi riduce la
stradatura.
È necessario pertanto, per mantenere in buone condizioni una lama e
per eseguire tagli facili, ripristinare la stradatura stessa. Il lavoro
si esegue con una particolare pinza detta “allicciatrice” (oppure
“licciaiola”) che può avere diverse forme: dalla più semplice ad incavi
che viene utilizzata manualmente a quella con registri che, premuta sui
denti, provvede automaticamente a ripristinare la stradatura.
• Quando si effettua una stradatura è sempre necessario eseguire anche
una affilatura per mezzo di una lima triangolare (o altra lima
adeguata) in modo da ripristinare completamente la forma dei denti della
sega.

Lo stagno, o meglio la lega piombo-stagno, è il più comune materiale
d’apporto che si utilizza nella brasatura a stagno. La lega è costituita
dai due metalli in percentuali variabili in modo che il punto di
fusione può essere fatto oscillare tra i 195 e i 325 gradi centigradi.
Lo stagno viene fornito sotto diverse forme: le più usuali sono le
barrette della lunghezza di circa 300 mm e il filo con anima
disossidante. Le prime servono per le saldature maggiori su lamiere
zincate mentre il secondo è specifico per saldature su componenti
elettrici ed elettronici. Il filo ha sezione cava e al suo interno è
presente la pasta disossidante in modo che, durante l’esecuzione della
saldatura, essa fonde e, spargendosi sulla parte da saldare, svolge il
suo compito protettivo.

Detto anche “interruttore di innesco” è un elemento circuitale
indispensabile per l’accensione di un determinato tipo di luci
fluorescenti. È costituito da un bulbo che contiene due contatti uno dei
quali a lamina “bimetallica”. Quando si applica tensione, nello starter
si produce una scarica luminosa tra i due contatti che riscalda la
lamina bimetallica e la fa incurvare in modo da chiudere il circuito. La
corrente fluisce attraverso gli elettrodi della lampada e li scalda.
Quando i contatti dello starter sono chiusi il bimetallo si raffredda e
ritorna nella posizione iniziale riaprendo il circuito.
• Lo starter si deteriora abbastanza facilmente e, se succede, deve
pertanto essere sostituito: lo starter è inserito a baionetta per mezzo
di due piedini che sono incastrati in asole curve.
Basta ruotare di un quarto di giro per eliminarlo e sostituirlo con uno uguale.