Enciclopedia M

Enciclopedia di Bricoportale. Termini che che iniziano con “M”

Si indica una serie di elementi di connessione cilindrici, atti a congiungere tubi ed elementi diversi. Esiste un manicotto  particolarmente utile da utilizzare in caso di perdita d´acqua in un tubo. Si tratta di una lunga fascetta dotata di bulloncini e guarnizione interna che può essere applicata e stratta fortemente nel punto in cui c´è la perdita. Questi tipi di manicotto vengono prodotti in numerose dimensioni e forme per adattarsi a vari tubi.

Elemento d´arredamento che serve a occultare alla vista la guida scorritenda di tende e tendaggi. Originariamente era costituita da una fascia in tessuto a festoni o arricciata che richiamava il disegno della tenda. Oggi per mantovana si intende anche una struttura in legno, variamente sagomata, che svolge a medesima funzione me è di colore diverso dalla tenda ed è rigida.La mantovana viene collegata alla parete per mezzo di staffe ancorate con tasselli ad espansione.

Durante qualsiasi lavorazione su legno, ferro o su altri materiali, è necessario procedere a un´accurata marcatura dei pezzi che devono essere posti a contatto o che devono assumere una determinata posizione in un assemblaggio generale.La marcatura può essere realizzata con l´alfabetizzazione o la numerazionedei pezzi, ma se ciò non è sufficiente si procede alla tracciatura di linee o di altri segni sui pezzi che vanno accostati, in modo che durante l´assemblaggio tali tracceguidino l´operatore. La marcatura va eseguita con elementi che non lascino tracce evidenti al termine del lavoro, quindi sul legno si useranno matite morbide o colorate mentre su ferro si impiegano particolari gessi che servono a tale scopo.

Particolari ganci con chiusura a scatto che rendono impossibile a una
corda o a un cavo di fuoriuscire.Normalmente vengono usati nella
pratica alpinistica ma sono anche molto utili nell’attività del
fai-da-te come elementi di sicurezza. Una imbragatura dotata di un
moschettone, cui viene collegato un cavo affrancato a un attacco sicuro,
permette di lavorare con tranquillità anche su parti sopraelevate.
Inoltre, quando si devono sollevare pesi o agganciare oggetti e non si è
particolarmente esperti nell’uso di nodi, uno o più moschettoni possono
risolvere il problema.
I moschettoni sono generalmente di due tipi: a
scatto o a vite. Il primo tipo ha una levetta a molla che chiude il
gancio del moschettone. Nel secondo tipo una ghiera a vite deve essere
avvitata per realizzare la chiusura. È senz’altro più pratico il primo.
Sui moschettoni (fatti di materiale molto leggero) è chiaramente
impresso il carico massimo ammissibile.

Motore a induzione a due velocità con possibilità di inversione del
moto. Il motore funziona in collegamento con un condensatore
elettrolitico solitamente montato sul mantello del motore stesso. Il
motore da lavatrice ha, mediamente, una potenza di 350-400 watt, per cui
si presta ad essere riutilizzato per azionare diverse apparecchiature
autocostruite. Il recupero di un motore da lavatrice si effettua
allentando i bulloni che lo bloccano alla lavatrice stessa ed eliminando
la cinghia che lo collega alla puleggia del cestello.
I collegamenti elettrici possono essere eliminati
ma è necessario porre la massima attenzione alla morsettiera del motore
per individuare i capi che vanno collegati al condensatore
elettrolitico. Prima di procedere al montaggio del motore per realizzare
una nuova apparecchiatura (sega circolare da banco, mola, ecc.) bisogna
effettuare delle prove di funzionamento.
Solitamente la morsettiera di un motore da
lavatrice è composta da 5 morsetti ai quali, nei casi normali, sono
collegati: la fase della rete, il neutro della rete e un capo del
condensatore, l’altro capo del condensatore.
I due rimanenti morsetti vuoti sono riservati alla
seconda velocità di rotazione del motore: spostando su di essi i due
cavi che provengono dal condensatore si ottiene una diversa velocità di
rotazione. Il senso di rotazione del motore può anche essere invertito:
questo si ottiene (per ogni velocità) invertendo tra loro i cavi che
provengono dal condensatore elettrolitico.
È sconsigliabile sostituire il condensatore
elettrolitico con altro di diversa capacità in quanto il motore potrebbe
funzionare irregolarmente o non partire affatto. Quando si riutilizza
un motore da lavatrice è anche necessario procedere a una attenta
pulizia ed esaminarlo con cura per rilevare se vi siano dei corpi
estranei inseriti all’interno.
La piccola puleggia del motore può essere sostituita
con un’altra di diverso diametro (togliendo prima la pompa). La
puleggia è bloccata all’albero tramite una chiave o una vite passante.
Il motore raramente si guasta: quando ciò accade bisogna acquistarne uno
identico e montarlo al suo posto. Durante questo lavoro è molto
importante fare attenzione all’ordine dei collegamenti presenti nella
morsettiera del motore stesso. È necessario contrassegnare ogni cavo per
poterlo ricollegare nel giusto ordine.

Legno “compensato”, costituito artificialmente utilizzando legno
particolarmente lavorato. È il materiale ideale per costituire piani,
pannellature e per la realizzazione di oggetti e mobili di vario tipo in
cui le estensioni dei fianchi e dei piani siano rilevanti.
Come indica il termine, il multistrato è composto da
una sovrapposizione multipla di sottili fogli di legno, ricavati con
particolari macchine, dai tronchi. Questi fogli vengono incollati tra
loro con le fibre poste in senso alternato e sono sempre in numero
dispari (3, 5, 7, ecc.): si ottiene così un pannello particolarmente
robusto in cui le tensioni e le deformazioni sono appunto “compensate”
dalla disposizione alternata delle fibre. I pannelli di multistrato sono
di vari spessori (da 3 mm a 40 mm ) e in diverse misure. Il multistrato
si taglia facilmente con la sega circolare, con la sega a mano o con il
seghetto alternativo (per particolari sagomature), si fora e si incolla
altrettanto facilmente.
Negli spessori maggiori il multistrato è
particolarmente adatto a costituire ripiani per scaffali. Il multistrato
più utilizzato è quello in pioppo, ma vi sono anche multistrati di
legni diversi (per esempio in faggio, ecc.); in ogni caso sono
reperibili anche multistrati impiallacciati con essenze pregiate:
multistrati in pioppo con le facce impiallacciate in noce o mogano.
Questi pannelli sono particolarmente adatti per la realizzazione di
porte e ante in quanto la lucidatura finale fa assumere al pannello
l’aspetto di un massello di legno pregiato. Il multistrato non sopporta
bene l’umidità per cui l’uso è limitato alle strutture interne.
Esiste, però, una versione particolarmente adatta
all’esterno: il multistrato marino. Esso è costituito da fogli incollati
con una particolare colla insensibile all’acqua ed è trattato
chimicamente in modo da resistere all’acqua (anche salata).
Con il compensato marino si possono realizzare
strutture destinate a rimanere stabilmente all’aperto e addirittura
parti di imbarcazioni o parti di elementi sommersi. Si lavora come il
normale multistrato.
• Compensato: con questo termine si identificano
due tipi fondamentali di pannelli di legno lavorati artificialmente: il
multistrato ed il paniforte.
Nella pratica normale, però, la definizione di compensato è divenuta sinonimo solo di multistrato.

Detta anche “cavatrice”, è la macchina con la quale si possono
realizzare mortase o cave che, in genere, costituiscono la parte femmina
dell’incastro.
Nelle versioni più tradizionali si trattava di un
motore corredato di mandrino che poteva scorrere in senso longitudinale e
trasversale su delle slitte, mentre il pezzo in lavorazione stava
fermo; nelle combinate per legno, invece, la punta viene montata
sull’albero della pialla ed è il pezzo a spostarsi.
Le mortasatrici di questo tipo, utilizzando come
parte attiva una punta in rotazione, possono creare fori o cavità coi
lati corti arrotondati, cioè delle asole: per ottenere cave squadrate si
usava invece la mortasatrice a catena, cioè una sorta di sega a catena
montata su supporto a colonna.